Carpe diem

domenica, ottobre 06, 2013

Identità e alterità

È straordinario fino a che punto ci facciamo influenzare dalle persone con le quali ci identifichiamo. Odi settari attivamente incoraggiati possono diffondersi in un lampo, come si nota chiaramente dai molti esempi a nostra disposizione. Con una adeguata dose di istigazione, un sentimento di identità con un gruppo di persone può essere trasformato in un'arma potentissima per esercitare violenza su un altro gruppo. Molti dei conflitti e delle atrocità del mondo sono tenuti in piedi dall'illusione di una identità univoca e senza possibilità di scelta. L'arte di costruire l'odio assume la forma dell'invocazione del potere magico di una determinata identità, spacciata per dominante, che soffoca le altre affiliazioni e può arrivare anche, in forma sufficientemente bellicosa, a sopraffare qualsiasi simpatia umana o naturale benevolenza di cui possiamo normalmente essere dotati, Il risultato può essere una violenza elementare, artigianale, oppure una violenza e un terrorismo globali, sofisticati. Questa tendenza a suddividere in base ad un criterio univoco provoca molti più conflitti di quanto non faccia l'universo di classificazioni plurali e distinte che da forma al mondo in cui viviamo realmente. Il riduzionismo "alto" della teoria può dare un forte contributo, spesso senza rendersene conto, alla violenza "bassa" della politica. I leader politici, di posizione apparentemente moderata, si incaricano di sconfiggere gli estremismi di un pericoloso avversario sociale o culturale, riservandosi il diritto di modificare i precetti della società da difendere sulla base delle necessità del momento. Questo per ricordare a tutti coloro i quali, da fenomenali anticonformisti, aggrediscono il buon gusto e il senso comune con frasi da opinionista "fuori dagli schemi" che, a volte, fare il salto intellettuale e proporre una visione innovatrice significa semplicemente dar retta al proprio intelletto, senza cercare soluzioni di scena.