La scuola di stato è superata, parola di cardinale
In un'ampia intervista ( http://www.tuttoscuola.com/ts_news_254-1.doc ), quasi un'intera pagina del “Corriere della Sera” di domenica 16
luglio, che non manchera' di aprire un vivace dibattito, il patriarca
di Venezia, cardinale Angelo Scola, ha proposto di affidare la
gestione delle scuole “all'intera societa' civile”. “Lo Stato smetta
di ‘gestire la scuola' e si limiti ‘a governarla”. In pratica il
porporato propone di “de-istituzionalizzare” il sistema scolastico
italiano.
In questo modo, a suo avviso, si supererebbe il “mito della scuola
unica”, che è alla base del “blocco del nostro sistema scolastico e
universitario”. In pratica si dovrebbe andare oltre la legislazione
sulla “parità” (le scuole paritarie possono solo essere “una bella o una brutta copia” della scuola unica, quella di Stato), sostituendola con un serio sistema pubblico di accreditamento delle singole scuole, qualunque sia il soggetto che le gestisce: lo Stato, gli Enti locali o
i privati. La strada e' quella dell'autonomia e del decentramento,
“solo che in Italia autonomia e decentramento sono per ora timidi
vagiti”.
Il cardinale, uno dei collaboratori piu' stretti sia di Wojtyla che di
Ratzinger, riconosce che “il mito della scuola unica e' nato con
l'unita' d'Italia e con un'istanza giusta (…), di trovare un
patrimonio comune che configurasse il cittadino”. Istanza
“fondamentalmente codificata” dalla riforma Gentile e recepita dalla
stessa Costituzione italiana, ma non piu' attuale, in tempi di
multiculturalismo, multimedialita', “meticciato di civilta".
luglio, che non manchera' di aprire un vivace dibattito, il patriarca
di Venezia, cardinale Angelo Scola, ha proposto di affidare la
gestione delle scuole “all'intera societa' civile”. “Lo Stato smetta
di ‘gestire la scuola' e si limiti ‘a governarla”. In pratica il
porporato propone di “de-istituzionalizzare” il sistema scolastico
italiano.
In questo modo, a suo avviso, si supererebbe il “mito della scuola
unica”, che è alla base del “blocco del nostro sistema scolastico e
universitario”. In pratica si dovrebbe andare oltre la legislazione
sulla “parità” (le scuole paritarie possono solo essere “una bella o una brutta copia” della scuola unica, quella di Stato), sostituendola con un serio sistema pubblico di accreditamento delle singole scuole, qualunque sia il soggetto che le gestisce: lo Stato, gli Enti locali o
i privati. La strada e' quella dell'autonomia e del decentramento,
“solo che in Italia autonomia e decentramento sono per ora timidi
vagiti”.
Il cardinale, uno dei collaboratori piu' stretti sia di Wojtyla che di
Ratzinger, riconosce che “il mito della scuola unica e' nato con
l'unita' d'Italia e con un'istanza giusta (…), di trovare un
patrimonio comune che configurasse il cittadino”. Istanza
“fondamentalmente codificata” dalla riforma Gentile e recepita dalla
stessa Costituzione italiana, ma non piu' attuale, in tempi di
multiculturalismo, multimedialita', “meticciato di civilta".
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