Carpe diem

martedì, novembre 07, 2006

Vita di Galileo

Ho appena finito di leggere "Vita di Galileo" di Bertold Brecht. Beh, devo dire che è un libro dai contenuti informativi davvero inaspettati, credo che questa che ho letto sia l'unica biografia di Galileo disponibile oggi. Il libro è di lettura scorrevolissima, si legge in un giorno (saranno circa 130 pagine) ma fa davvero pensare a quanto grande sia stato quell'uomo. Nato in un'epoca in cui "fare scienza" voleva dire "attribuire dei predicati ad un soggetto" lui ha posto l'infallibilità del metodo matematico alla fisica e ha iniziato ad indagare il mondo con i numeri e non più con le categorie di Aristotele. Oggi invece lo si ricorda partendo dal "metodo sperimentale" (cosa che lui perlaltro non avrebbe nemmeno condiviso appieno) quando invece l'unico modo per capirlo è farlo risaltare dallo sfondo dal quale si è distinto. Skinner direbbe che al suo tempo, credere nella teoria tolemaica era "accettabile". Noi oggi sappiamo che è falso, ma non è questo il punto: Studiare solo Aristotele, vedere e sentire il mondo spiegato dalla Chiesa del tempo, magari avendo possibilità limitate a causa della condizione sociale... Non ci sono i mezzi intellettuali, le nozioni da ordinare e sulle quali ragionare per capire che è falso, che non può essere. Noi tutti che ci riteniamo evoluti, che crediamo quasi che sia il nostro cervello più sviluppato a garantirci queste conoscenze, non ci rendiamo conto che è solo l'epoca che ce le ha fornite, ce le ha somministrate, facendocele, dopo pochi anni assorbire in modo che siano ovvie e scontate: "La terra gira attorno al sole". Saremmo caduti in ogni credenza fasulla come e forse peggio di tutti gli uomini del passato se fossimo vissuti dove sono vissuti loro. Galileo invece no. E come lui Cartestio e altri. Staccarsi completamente dal proprio mondo e pensare ciò che loro hanno pensato è una cosa che per noi è inimmaginabile. Se potessi io fare qui un esempio, scriverei cose e proporrei concezioni che ancora non esistono.